La Terza Guerra Mondiale a pezzi

La Terza Guerra Mondiale a pezzi

Il grande scrittore irlandese Samuel Beckett, uno degli scrittori più influenti del XX secolo (autore del capolavoro Aspettando Godot) racconta di un episodio occorsogli a Parigi dove si era trasferito negli anni ’30. Uno squilibrato, senza motivo, lo aggredì pugnalandolo. Beckett dopo le cure necessarie, lo volle incontrare per chiedergli: Perché? La risposta da parte dell’uomo fu: “non lo so”. Questa potrebbe essere alla fine, la risposta, depurata dalle debolezze umane (sete di potere, denaro, paura dell’altro) che coloro che decidono le guerre riescono a dare.

Christopher Hedges giornalista del New York Times, ex corrispondente di guerra ed esperto di Medio Oriente definisce così il ruolo dell’uomo in rapporto al pianeta che lo ospita: “La traiettoria è chiara. Bruciare il pianeta. Rinchiudere i dissidenti. Censurare. Schiacciare coloro che resistono, soprattutto quelli del Sud globale, con armi industriali e violenza indiscriminata. E, se si fa parte della classe privilegiata, ci si ritira in recinti che forniscono cibo, acqua, cure mediche, elettricità e sicurezza che saranno negati al resto di noi. Alla fine, tutti faranno la fine dei dinosauri che, almeno, non erano responsabili della loro stessa fine. La tragedia è che la maggior parte della classe criminale dominante probabilmente sopravviverà un po’ più a lungo del resto di noi.”

Siamo, come profetizzato da Bergoglio nella guerra mondiali a pezzi. Ci troviamo nella spirale di un ciclo discendente, secondo la teoria vichiana dei corsi e ricorsi storici?. Molto discendente, nel profondo. Ci sarà questa volta una risalita come avvenuto alla fine dei due conflitti mondiali?

Israele e il carnefice che lo governa Netanyahu, oltre ad aver coinvolto i terroristi dell’ISIS contro Hamas, sta cercando di scatenare la guerra dei paesi arabi sunniti del patto di Abramo contro l’Iran sciita.

L’Europa, una parte (quella dei volenterosi) sta tentando di gestire (male) la guerra in Ucraina in attesa di un possibile crollo economico della Russia. Ma quando? A quale prezzo di vite umane? E se la Russia decide di usare le bombe atomiche tattiche?

Africa: il continente, se ciò non fosse noto da oltre 40 anni rappresenta una polveriera in attesa di esplodere: guerra in Sudan, in Nigeria, Ciad, Niger, Camerun e Mali.

Tralasciamo altro. India e Pakistan, il colosso cinese, la Corea.

La grande democrazia americana di Abramo Lincoln. L’attuale invasato presidente ha dichiarato  che sono già pronti i piani per invadere Panama e la Groenlandia (nel caso della Groenlandia la situazione diventa paradossale per la NATO: uno Stato della NATO – gli USA – che attacca un altro Stato della NATO – la Danimarca, che, a sua volta, è già impegnata nel fronte delle minacce alla Russia!).

Siamo in fondo al ciclo per poter poi risalire oppure siamo alla fine?

 Nel secondo caso la fine ci sta coinvolge tutti. Esiste una via di uscita? Solo tornare all’umanità. Una caratteristica essenziale e distintiva della specie umana. Quel sentimento specifico di solidarietà umana, di comprensione e di indulgenza verso gli altri.

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