Palestina e genocidio. Il tempo in cui viviamo; il nostro oscuro Medio-Evo degli anni 2000
Francesca Albanese, fa il suo lavoro con ammirevole dedizione e scrupolosa cura. Narra e rappresenta quello che verifica di persona in base a cosa vedono i suoi occhi e alla oggettiva realtà che è sotto gli occhi anche di tutti gli altri esseri umani. Dal 2022 è relatrice Onu sui territori palestinesi occupati.
Dopo la pubblicazione del suo rapporto del 26 febbraio del 2024 (Situazione dei Diritti Umani in Palestina e in altri territori arabi occupati – Anatomia di un genocidio – Report della Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nel territorio palestinese occupato dal 1967) Per questo è al centro di attacchi soprattutto da ambienti politici vicini agli Stati Uniti e Israele ed entra nel novero delle persone non gradite da parte degli Usa e di Israele.
Poi il 16 giugno del 2025 viene presentato il secondo rapporto (From economy of occupation to economy of genocide – Report of the Special Rapporteur on the situation of human rights in the Palestinian territories occupied since 1967).
Il 9 luglio l’amministrazione Trump ha imposto delle sanzioni nei suoi confronti, per la sua “guerra economica e politica contro gli Usa e Israele”. Il segretario di Stato degli Usa Marco Rubio ha annunciato sui social: “Oggi impongo sanzioni sulla relatrice speciale dell’Onu Francesca Albanese per i suoi tentativi illegittimi e vergognosi di spingere la Corte penale internazionale ad agire contro ufficiali e aziende statunitensi e israeliane”.
Francesca ha documentato che diverse aziende statunitensi (Amazon, Airbnb, Google) finanziano le operazioni militari israeliane.
Ha rilevato che “molti studiosi rispettabili e organizzazioni hanno concluso che le politiche e le pratiche discriminatorie di Israele nei confronti dei palestinesi, sistematiche e diffuse, costituiscono il reato di apartheid secondo il diritto internazionale”; e ha sottolineato che l’intenzione di Israele era “occupare i territori soggiogando e deportando gli abitanti indigeni, sostituendoli con i propri cittadini”.
Il nostro governo non ha preso posizione sulla questione. Nonostante le opposizioni abbiano criticato la mossa dell’amministrazione Trump, l’esecutivo finora è rimasto in silenzio.
Gli attacchi ad Albanese sono arrivati ovviamente anche da Israele. Il governo israeliano ha creato, su un sito governativo, una pagina dedicata ad Albanese intitolata “una revisione complessiva della cattiva condotta da relatrice speciale dell’Onu”, il governo israeliano ha investito nelle sponsorizzazioni di Google per far emergere questa pagina tra i risultati legati alla giurista su Internet.